Caricabatterie portatili e USB: non se ne può più fare a meno

Ultimo aggiornamento: 26.04.24

 

I dispositivi elettronici portatili che utilizziamo ogni giorno sono sempre di più e tutti necessitano di essere ricaricati. Ecco perché non possiamo più prescindere da powerbank, caricabatterie e alimentatori. 

 

Tutti quanti noi abbiamo in tasca uno smartphone (quando non addirittura più d’uno!), molti utilizzano un tablet per lo svago e un notebook per lavoro (o viceversa). Insomma i dispositivi hi-tech portatili sono diventati parte integrante della nostra quotidianità nonché indispensabili per un numero sempre crescente di attività. Per questo li utilizziamo spesso e, altrettanto spesso, siamo costretti a ricaricarli, operazione che il più delle volte facciamo a casa ma che talvolta siamo obbligati a fare in movimento, sfruttando i caricabatterie portatili. 

L’esigenza di ricaricare smartphone & Co. è diventata così naturale che non ci stupisce più avere disseminati per casa caricabatterie USB e alimentatori, al punto che le aziende produttrici hanno cominciato a realizzarne varie versioni, da quelli tradizionali a quelli wireless, da quelli a ricarica rapida ai powerbank portatili. Vediamo dunque di entrare nel dettaglio proprio di questi ultimi per capire quale modello si adatta maggiormente a soddisfare le differenti esigenze. 

 

La ricarica portatile

Se passiamo buona parte della nostra giornata fuori casa è facile che la batteria dello smartphone non “regga” e, se di prese della corrente non c’è traccia, è fondamentale avere a disposizione un powerbank. Si tratta di una batteria esterna, leggera e facilmente trasportabile, che contiene una riserva di energia (a patto che l’abbiate precedentemente caricata) da trasmettere allo smartphone o al tablet in caso di necessità.

La scelta del powerbank più adatto va fatta tenendo conto sia delle sue dimensioni, visto che dovrete portarlo con voi e un conto è doverlo mettere in uno zaino, un altro in una borsetta, ma anche della sua potenza. Va da sé che questi due elementi siano direttamente proporzionali, ovvero più un powerbank è potente più è ingombrante e viceversa. Tipicamente la capacità di questi prodotti varia da un minimo di 2.000 mAh a un massimo di 15.000 mAh e a maggiore potenza corrisponde la possibilità di molteplici ricariche di un dispositivo. Tanto per fare un esempio con una ricarica di una batteria esterna da 5.000 mAh si riesce a trasferire energia a uno smartphone di nuova generazione una volta e mezza mentre con una da 15.000 mAh lo si ricarica cinque volte. 

 

L’importanza della porta USB 

Un powerbank è dotato di una porta USB che è compatibile con qualunque tipo di cavo USB standard. Questo però non significa che tutte le porte siano uguali perché varia la quantità di potenza che ognuna è in grado di fornire. Ci sono, per esempio, porte USB da 1 ampere che sono sì in grado di ricaricare un dispositivo mobile ma lo faranno piuttosto lentamente, anche se la batteria ha una potenza sufficiente a ricaricare lo smartphone più di una volta. Ci sono poi le USB da 2,4 ampere, perfette per fornire energia agli smartphone alla massima velocità possibile ma che permettono anche di ricaricare contemporaneamente due dispositivi mobili, sebbene non molto rapidamente. Le porte da 3,4 ampere e ancora di più quelle da 4,8 ampere, infine, sono in grado di ricaricare velocemente due smartphone o due tablet simultaneamente. 

Oltre alla potenza delle porte è importante il loro numero, in modo da caricare più dispositivi in contemporanea. Va da sé che i powerbank più performanti ne avranno almeno due mentre quelli più piccoli ne avranno solo una. C’è poi la questione relativa alla tipologia di porte, visto che gli standard sono diversi. Tipicamente su una batteria esterna si trovano le USB di tipo A (quelle più comuni) ma sempre più spesso ci sono anche le USB Type-C, che ultimamente sono più richieste visto che si trovano sugli smartphone più recenti e su alcune console da gioco. C’è poi il connettore Lightning che però interesserà solo ai possessori di un iPhone o di un iPad.

Questione di sicurezza 

Non solo porte ma anche cavi USB. Già perché pure un elemento all’apparenza poco significativo come il cavo risulta importante e influisce sulla qualità della ricarica. In pratica usare cavi di buona qualità significa proteggere i dispositivi che volete ricaricare dal rischio di surriscaldamento e di picchi di corrente. 

Il discorso relativo alla sicurezza va naturalmente applicato anche al powerbank che dovrà vantare tutta una serie di garanzie e protezioni, come per esempio dalle sovracorrenti (che scongiura il rischio che un picco di corrente possa arrivare alla batteria esterna e raggiungere il dispositivo collegato), dalle sovratensioni (che mantiene il voltaggio all’interno dei parametri di sicurezza così da evitare qualsiasi danno) e da sovraccarico e scarico (per gestire il livello minimo e massimo di carica, così da prolungare il ciclo di vita della batteria). Un buon powerbank, inoltre, è quello che non si scalda eccessivamente mentre è in funzione.

 

 

Per non perdere tempo 

Qualora il vostro smartphone sia dotato di tecnologia QuickCharge, sarebbe una bella idea acquistare un powerbank compatibile, così da riuscire a ricaricarlo in modo estremamente rapido e velocizzare il tutto. Per complicare un po’ le cose, sappiate che esistono diverse generazioni di QuickCharge (2.0, 3.0, 4.0…), per cui dovrete optare per un modello in grado di sfruttare a pieno quella del vostro smartphone.Tenete poi presente che questo sistema è al momento compatibile solo con i dispositivi Android e che collegando uno smartphone non compatibile a un caricabatterie portatile QuickCharge non si corre alcun rischio visto che verrà comunque eseguita la ricarica standard.

Ultimi dettagli di cui tenere conto sono la presenza di alcuni elementi aggiuntivi che incrementano la user experience del powerbank, come per esempio l’integrazione di una piccola torcia, che può tornare utile in alcune occasioni, oppure di un indicatore a Led che fornisca informazioni precise sullo stato di carica del dispositivo. Tutti questi elementi vanno ovviamente a incidere sul prezzo di vendita che, comunque, si mantiene su livelli economici, diciamo tra i 10 e i 30 euro, in base al modello e alla potenza.

 

 

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