Tutto quello che c’è da sapere sulla pressione della caldaia

Ultimo aggiornamento: 19.04.24

 

La corretta gestione della pressione all’interno della caldaia è utile per mantenere l’impianto in buono stato e prevenire potenziali incidenti. Ecco come fare.

 

Indipendentemente dalla ditta produttrice e dal modello, ogni caldaia possiede un manometro che permette di controllare i bar della pressione nell’impianto, in modo da verificare se questa è a livelli ottimali; uno degli interventi di manutenzione ordinaria più importanti da eseguire periodicamente sulla caldaia, infatti, è proprio il controllo del manometro e l’eventuale regolazione dei valori pressione.

Se quest’ultima è troppo bassa potrebbe causare problemi nella distribuzione dell’acqua all’interno dei circuiti dei termosifoni e dell’acqua calda sanitaria, inoltre l’acqua stessa fatica a raggiungere la temperatura ideale. Una pressione troppo alta, invece, potrebbe causare perdite nel circuito dell’acqua oppure danneggiare seriamente la caldaia stessa.

Il manometro è presente su tutte le caldaie, come accennato prima, ma la sua tipologia può variare a seconda del modello e della ditta produttrice; quelli più economici sono dotati di un manometro analogico, per esempio, mentre quelli più recenti sono equipaggiati con sonde elettroniche che rilevano la pressione e ne visualizzano i valori sul display digitale, come nel caso delle caldaie Vaillant di ultima generazione.

Quanto deve essere la pressione

Il primo punto da chiarire ai fini di una corretta gestione della caldaia, quindi, sono proprio i valori che deve raggiungere la pressione. Questa viene misurata in bar mediante un manometro integrato le cui letture, come abbiamo già detto nell’introduzione, possono essere visualizzate sull’apposito quadrante oppure sul display elettronico. 

La pressione ottimale della caldaia deve essere sempre compresa tra 1 e 2 bar al massimo, quindi qualsiasi valore intermedio compreso in questo intervallo è da considerarsi “buono”; a seconda dell’impianto e delle circostanze, infatti, la pressione rilevata potrebbe essere di 1,2 bar oppure di 1,8 bar, ma la media standard è di poco superiore a 1,5 bar.

Un altro aspetto da considerare è che i valori di pressione caldaia non sono mai del tutto costanti, ma possono subire delle variazioni a seconda delle condizioni climatiche e della temperatura esterna. Fino a quando queste variazioni sono minime, o comunque comprese nell’intervallo da 1 a 2 bar, allora vuol dire che la caldaia sta lavorando correttamente; se la pressione scende al di sotto di 1 bar oppure supera i 2 bar anche di poco, allora bisogna intervenire per riportarla nuovamente nell’intervallo dei valori ottimali.

 

Il pressostato di sicurezza

Di solito le caldaie sono dotate di un pressostato che, per ovvi motivi di sicurezza, interviene per impedire il funzionamento dell’impianto quando la pressione scende al di sotto o supera l’intervallo che va da 1 a 2 bar; la soglia minima sulla quale è regolato l’interruttore è di 1 bar infatti, ma in alcune caldaie può essere impostata di fabbrica anche a 0,5 bar, mentre la soglia massima è situata poco al di sopra dei 2 bar.

Il pressostato dell’acqua non va confuso con il pressostato fumi, che svolge la stessa funzione ma in relazione ai gas di scarico dell’impianto. Questo dispositivo, inoltre, è soggetto a guasti col passare del tempo, oppure se la caldaia è tenuta inattiva per un periodo prolungato.

Se questa eventualità si dovesse verificare in una caldaia di ultima generazione, quest’ultima rileva subito il problema e lo comunica attraverso il display con un codice di errore; nei modelli poveri dal punto di vista tecnologico però, questo non avviene, ecco perché è importante controllare di frequente che la caldaia mantenga la pressione ideale per il corretto funzionamento.

 

Come alzare la pressione

Quando il manometro indica un valore al di sotto della soglia di 1 bar, bisogna intervenire al fine di riportare la pressione giusta nell’impianto, e per farlo basta immettere acqua nella caldaia. L’operazione può essere affidata al tecnico manutentore ma, volendo, può essere eseguita anche da soli.

Per immettere acqua nella caldaia bisogna accedere al rubinetto di carico che si trova al di sotto della stessa, a questo scopo la consultazione del libretto delle istruzioni dell’impianto può facilitare l’identificazione del rubinetto. Una volta individuato basta aprirlo e si sentirà l’acqua scorrere all’interno della caldaia; i modelli di ultima generazione possiedono invece un apposito tasto per il riempimento automatico.

Di solito basta tenere aperto il rubinetto di carico per pochi secondi; nel caso in cui si dovesse eccedere con la quantità, in genere le caldaie sono dotate di un meccanismo di sicurezza che permette loro di scaricare l’acqua in eccesso. In ogni caso è bene fare attenzione a non caricare troppa acqua, perché il meccanismo di scarico di sicurezza potrebbe continuare a sgocciolare dopo essersi attivato e quindi portare a un abbassamento di pressione.

Come abbassare la pressione

Se la pressione arriva a superare i 2 bar può causare dei seri problemi, inclusi dei cedimenti strutturali nelle componenti della caldaia. Il caldo eccessivo o altre cause potrebbero portare l’acqua alla temperatura di ebollizione con la conseguente creazione di vapore e bolle d’aria, e quindi innalzare la pressione nell’impianto.

In questo caso non bisogna allarmarsi, se volete sapere come abbassare la pressione subito basta semplicemente aprire le valvole dei termosifoni e lasciare che il vapore caldo e l’aria sfiatino naturalmente dall’impianto fino a completo esaurimento.

Le valvole dei termosifoni non vanno chiuse fino a quando non lasciano fuoriuscire anche un po’ di acqua, in modo da avere la certezza di essersi liberati definitivamente delle bolle che potrebbero essere rimaste eventualmente intrappolate all’interno degli elementi.

Questa operazione va eseguita su tutti i termosifoni ovviamente, soltanto dopo si potrà verificare di nuovo la pressione della caldaia; a questo punto il manometro potrebbe indicare un valore normale, cioè circa 1,5 bar, oppure un valore inferiore a 1 bar, nella seconda ipotesi il motivo è dovuto al fatto che, oltre all’aria, è stata scaricata anche un po’ di acqua da ogni termosifone. In questo caso basta eseguire la procedura illustrata in precedenza per riportare la pressione ai valori normali, e cioè aprire il rubinetto di carico della caldaia per qualche secondo.

Se invece la pressione dovesse continuare a essere superiore alla soglia dei 2 bar anche dopo aver scaricato l’aria dai termosifoni, allora è meglio spegnere la caldaia e chiamare immediatamente il tecnico incaricato dell’assistenza, in modo da fargli esaminare con attenzione l’impianto per capire dov’è situato il problema.

 

 

 

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