La maggior parte degli immobili italiani hanno pessime prestazioni energetiche, vediamo quali interventi sono possibili per migliorare il rendimento delle classi più basse.
La situazione immobiliare nel nostro Paese è un vero incubo purtroppo; la maggior parte degli edifici e delle case sono di vecchia costruzione e di conseguenza, dal punto di vista dell’efficienza energetica, sono del tutto privi degli standard adottati invece per le nuove costruzioni.
Se si osserva il problema più da vicino, poi, il quadro della realtà che si presenta davanti agli occhi diventa desolante: infiltrazioni di umidità che hanno raggiunto il nucleo delle strutture, impiego di materiali di costruzione scadenti, soluzioni costruttive improvvisate dal punto di vista architettonico e spesso anche mal realizzate, infissi rovinati con porte e finestre che non chiudono bene generando correnti d’aria in ogni angolo della casa, tetti e pareti non opportunamente isolati e impianti di riscaldamento obsoleti.
Tutti questi elementi, insieme o in parte a seconda dei casi, caratterizzano tutti quegli immobili che in Italia si attestano nella classe energetica F e nella classe energetica G, cioè nelle ultime due posizioni della tabella sull’efficienza energetica.
Classe energetica casa
La classificazione energetica della casa è stata introdotta in Italia, come linea di principio, con la Legge n. 10 del 9 gennaio 1991, ma di fatto è stato il Decreto Legislativo 192 del 19 agosto 2005 a rendere obbligatoria la certificazione energetica nelle compravendite degli immobili mediante il rilascio dell’APE, ovvero l’Attestato di Prestazione Energetica nel quale viene indicata la classe energetica dell’edificio o dell’appartamento oggetto della compravendita.
Come accade per la tabella ErP degli elettrodomestici e degli impianti, anche le classi energetiche edifici sono identificate mediante lettere dell’alfabeto che servono a indicare il quantitativo di kWh necessari a riscaldare un metro quadrato di superficie nell’arco di un anno. In ambito immobiliare le classi energetiche sono dieci e vanno dalla G, che è la più bassa, fino alla A4; in passato le prestazioni energetiche delle varie classi erano espresse con il parametro architettonico EP, i cui relativi indicatori si differenziavano ulteriormente a seconda del tipo di prestazione, EPi per il riscaldamento, EPacs per la produzione di acqua calda sanitaria, EPill per l’illuminazione e così via.
A partire dal 2015 però, per semplificare il più possibile le procedure di certificazione, l’indicatore di misura delle prestazioni energetiche relativo agli edifici residenziali e non residenziali è diventato univocamente il kWh per mq all’anno.
Tenendo conto che ogni edificio viene classificato con la lettera specifica della sua classe di appartenenza e che questa lettera gli viene assegnata sulla base del consumo complessivo annuo di kWh per metro quadrato, quindi, la spesa annuale relativa alle diverse classi energetiche può essere facilmente riassunta nella tabella che segue:
Classe energetica | Consumo annuo di energia | Costo approssimativo |
A1 – A4 | Meno di 29 kWh/mq | Meno di 350 €/anno |
B | Da 58 a 29 kWh/mq | Da 710 a 350 €/anno |
C | Da 87 a 58 kWh/mq | Da 1.070 a 710 €/anno |
D | Da 116 a 87 kWh/mq | Da 1.070 a 1.420 €/anno |
E | Da 145 a 116 kWh/mq | Da 1.420 a 1.780 €/anno |
F | Da 175 a 145 kWh/mq | Da 1.780 a 2.150 €/anno |
G | Oltre 175 kWh/mq | Oltre 2.150 €/anno |
È possibile migliorare l’efficienza energetica di un immobile?
Come abbiamo accennato nel paragrafo precedente, la classificazione energetica di una casa è ormai obbligatoria per legge, sia ai fini della compravendita dell’immobile sia se si desidera avere accesso alle detrazioni fiscali fruibili in caso di lavori di ristrutturazione o di sostituzione degli impianti.
Dando un’occhiata alla tabella dei consumi in relazione alle diverse classi, però, ci si può facilmente rendere conto come sia di fondamentale importanza stabilire le prestazioni energetiche di un immobile anche e soprattutto ai fini della riduzione della spesa annua di energia.
Dire che in classe G il consumo di energia per metro quadrato supera i 175 kWh è del tutto indicativo infatti, perché in casi estremi questo può arrivare anche a 300 kWh e oltre; a questo punto viene naturale chiedere: è possibile migliorare l’efficienza energetica di una casa in modo tale da farla scalare di classe?
La risposta è sì ovviamente, però è molto importante precisare che il passaggio di classe di un immobile, per quanto possibile, può comunque avvenire entro determinati limiti; portare un immobile di classe F alla classe energetica A è impossibile infatti, a meno di non eseguire una vera e propria opera di ricostruzione, con tutto quello che comporta dal punto di vista economico.
Un salto di sole due classi è di gran lunga più fattibile invece, per esempio il passaggio di una casa dalla classe G alla classe energetica E oppure quello di una casa di classe F alla classe energetica D; apparentemente potrebbe sembrare un miglioramento di poco conto, ma il passaggio di sole due classi può tradursi in un risparmio di spesa che può variare dagli 800 ai 1.000 euro all’anno, e in alcuni casi superare ulteriormente questa cifra.
Come migliorare le prestazioni energetiche degli edifici
Gli interventi che rendono possibile il miglioramento delle prestazioni sono diversi ovviamente, ma i più importanti sono quelli finalizzati a mantenere caldo l’ambiente interno dell’edificio o dell’appartamento il più a lungo possibile riducendo la dispersione termica.
Prima di pensare alla sostituzione degli impianti, quindi, è meglio intervenire sulla struttura stessa dell’immobile, installando nuovi infissi con doppi vetri e guarnizioni, in modo da assicurare una perfetta tenuta; per la stessa ragione è di fondamentale importanza coibentare i cassonetti delle tapparelle, installare pannelli isolanti termici alle pareti e, dove necessario, procedere alla coibentazione del tetto.
La realizzazione del cappotto termico accoppiata alla sostituzione degli infissi, infatti permette di abbattere drasticamente il consumo energetico; successivamente, poi, sarà possibile incrementare ulteriormente le prestazioni energetiche installando una caldaia a condensazione accoppiata a un cronotermostato e a valvole termostatiche smart sui radiatori e, se presenti, sostituire i vecchi condizionatori con nuovi modelli a pompa di calore.
L’installazione di un sistema di ventilazione meccanica, inoltre, permette di cambiare l’aria senza essere costretti ad aprire per forza le finestre, riducendo ulteriormente la dispersione termica sia in estate sia in inverno.
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