Poca pressione dell’acqua calda e fredda in casa: come risolvere

Ultimo aggiornamento: 18.04.24

 

La scarsa pressione di uscita dell’acqua dai rubinetti è uno dei problemi idrici più comuni; le cause possono essere diverse, così come le possibili soluzioni.

 

Quella della bassa pressione dell’acqua nelle case è una problematica comune e diffusa in tutto il territorio nazionale. Potrebbe sembrare una premessa esagerata, soprattutto considerando che molte case sembrano non essere afflitte da questo problema, ma come scopriremo più avanti la realtà dei fatti è tutt’altra cosa.

La poca pressione acqua, infatti, è un fenomeno che può essere originato da molteplici cause, spesso di diversa natura ma concatenate o addirittura simultanee, e proprio per questa ragione esistono numerose soluzioni che è possibile scegliere di adottare in base alla natura specifica del problema che affligge l’impianto idrico di casa.

 

Problemi di pressione bassa

Una delle principali cause della riduzione nella pressione dell’acqua, consiste nello stato delle tubazioni e nelle perdite della rete idrica, a causa delle quali parte dell’acqua viene dispersa nell’ambiente e non raggiunge mai le nostre case. Le infrastrutture degli acquedotti italiani sono datate infatti, di conseguenza la rete versa in perenne stato di manutenzione; ogni volta che si eseguono lavori di riparazione o ammodernamento, quindi, nella zona interessata dai lavori la pressione acquedotto cala drasticamente.

Anche le tubazioni delle reti domestiche tendono a usurarsi abbastanza in fretta a causa dei depositi di calcare, i quali formano delle ostruzioni che riducono l’afflusso di acqua causando così dei cali di pressione.

L’uso simultaneo delle risorse idriche

Questa è una problematica comune soprattutto negli edifici condominiali e nelle case abitate da nuclei familiari numerosi; spesso e volentieri, infatti, capita che i rubinetti di casa vengano aperti da più persone allo stesso tempo, per esempio, oppure mentre sono in funzione elettrodomestici che consumano acqua, come la lavatrice e la lavastoviglie.

Negli edifici condominiali, invece, capita più spesso che ci sia una pressione altalenante durante determinate fasce orarie; dalle sei e mezza alle otto e mezza circa del mattino, per esempio, la maggior parte delle persone si alza per andare al lavoro e quindi usa il bagno per lavarsi i denti e fare la doccia, il consumo concentrato in quella fascia oraria porta quindi a un calo complessivo della pressione acqua nel condominio.

Altre volte, invece, il problema è rappresentato dagli impianti domestici che fanno largo consumo di acqua, come i sistemi di irrigazione per il giardino, la piscina o la vasca idromassaggio. Il consumo di acqua e il tempo di erogazione di questi impianti, infatti, sono elevati, di conseguenza quando vengono messi in funzione portano a un drastico calo nella pressione acqua; nel caso della piscina e della vasca, questo avviene quando bisogna riempirla o durante le operazioni di pulizia, nel caso dei sistemi di irrigazione, invece, succede a causa della prolungata erogazione d’acqua nel tempo.

 

L’importanza dei filtri anticalcare

Se ai problemi di natura esterna non è possibile porre rimedio in maniera diretta, è pur sempre possibile fare in modo di risolvere quelli inerenti l’impianto idrico della propria abitazione; la prima cosa da fare, quindi, è assicurarsi di mantenere in buono stato le tubature riducendo gli accumuli di calcare, cosa che può essere fatta installando dei filtri anticalcare oppure un addolcitore d’acqua.

Questa soluzione non è da sottovalutare, non soltanto allo scopo di mantenere la giusta pressione dell’acqua in casa, ma soprattutto perché permette di salvaguardare la caldaia e gli elettrodomestici come la lavatrice e la lavasciuga, riducendo drasticamente la formazione del calcare al loro interno.

L’impianto autoclave

Il metodo migliore per assicurarsi che la pressione dell’acqua rimanga stabile, però, è quello di installare un impianto di pompaggio ad autoclave per uso domestico. Questo dispositivo è costituito da un serbatoio d’acqua, una pompa elettrica, una camera d’aria a pressione chiamata anche polmone e un pressostato. L’autoclave viene quindi collegato tra la rete idrica principale, ovvero l’acquedotto, e la rete idrica domestica.

Quando è in funzione, la pompa elettrica invia l’acqua proveniente dall’acquedotto all’interno del polmone, dove la camera d’aria presente al suo interno si comprime per effetto della pressione; in questo modo, quando la pompa elettrica si spegne, l’acqua viene mantenuta in pressione. Nel caso in cui la pressione dell’acqua all’interno dell’impianto domestico dovesse calare al di sotto di un determinato limite, il pressostato la rileva e avvia automaticamente la pompa in modo da ripristinare la pressione ottimale.

Secondo quanto imposto dalla legge, inoltre, l’acqua deve raggiungere l’utente grazie alla sola pressione di rete; di conseguenza la pompa dell’autoclave non può aspirarla direttamente dalla rete dell’acquedotto, quindi nell’installazione dell’impianto bisogna collegare tra la rete idrica domestica e quella dell’acquedotto un ulteriore serbatoio di arrivo a pressione ambiente. L’autoclave potrà poi essere collegato a questo serbatoio in modo da aspirare l’acqua al suo interno.

 

Il serbatoio d’acqua a caduta

Un altro sistema, che però viene adoperato soprattutto negli edifici condominiali e nelle palazzine con diversi piani, consiste nel collegare l’autoclave a un serbatoio d’acqua posizionato sul tetto. Quest’ultimo non è sotto pressione, anzi spesso è anche aperto sulla sommità, in modo da fungere anche da serbatoio di raccolta per l’acqua piovana. In questo caso la pompa dell’autoclave si limita a portare l’acqua dal serbatoio di arrivo a quello sul tetto, che essendo collocato in altezza sfrutta la pressione generata naturalmente dal dislivello di quota.

Cosa fare in caso di bassa pressione

Se nonostante la presenza dell’autoclave si dovessero verificare cali di pressione, allora bisogna procedere come segue. Se la scarsa pressione di uscita dell’acqua è circoscritta a un solo rubinetto allora la causa è da ricercare in quest’ultimo, quindi bisogna smontarlo ed esaminarlo per controllare l’eventuale presenza di ostruzioni e depositi di calcare.

Nel caso in cui la bassa pressione di uscita sia generalizzata, invece, allora il problema potrebbe riguardare l’impianto domestico, nel qual caso è consigliabile rivolgersi direttamente a un idraulico.

 

 

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