I sistemi più usati per creare un deumidificatore fatto in casa

Ultimo aggiornamento: 23.04.24

 

Mantenere il giusto livello di umidità nell’aria, all’interno di un’abitazione, è una cosa molto importante sia per la salute di chi ci vive sia per la conservazione in buono stato della stessa struttura abitativa.

La concentrazione troppo elevata di umidità infatti, specialmente in determinati periodi dell’anno e in alcuni ambienti in particolare, come scantinati o sottotetti per esempio, potrebbe dare l’avvio alla formazione di muffe e spore fungine. A lungo andare quindi, queste colonie di microrganismi finirebbero col causare seri problemi alla salute e dare origine ad allergie, problemi alle vie respiratorie e altre spiacevoli conseguenze.

Dal punto di vista materiale, invece, alte concentrazioni di umidità penetrano nelle pareti, nelle fondazioni e nelle coperture, causando effetti deleteri a lungo termine: lo sfaldamento e la perdita di coesione delle parti in cemento e muratura, tanto per fare un esempio, la marcescenza delle componenti in legno e, cosa più importante, rappresenta un serio rischio per gli impianti, soprattutto quello elettrico.

 

Le soluzioni casalinghe

Nel caso in cui non abbiate l’esigenza di un intervento prolungato nel tempo, ma vi occorre soltanto una soluzione temporanea per la casa allo scopo di evitare la formazione di umidità, per esempio durante il periodo delle vacanze, allora è possibile fare a meno di spendere eccessivamente per l’acquisto di un deumidificatore elettrico, ma optare invece per una soluzione fai da te, molto più economica e semplice da gestire.

Il più tradizionale dei metodi di deumidificazione fai da te è rappresentato dall’uso del sale, soprattutto quello grosso. Grazie alle sue caratteristiche igroscopiche il sale assorbe l’umidità in maniera naturale e ha il pregio di essere reperibile a basso costo, 100 grammi bastano a deumidificare una stanza di circa 15 metri quadrati quindi vi basterà fare un semplice calcolo in base alle dimensioni degli ambienti da trattare, in modo da stabilire la giusta quantità da utilizzare.

 

 

Quest’ultima potrà essere collocata in un contenitore di plastica qualsiasi, anche una bottiglia tagliata in due va bene, avendo cura di coprire la parte superiore con un panno, o con un coperchio bucherellato, in modo da lasciare passare l’aria. La soluzione migliore sarebbe quella di usare uno scolapasta, preferibilmente un modello in plastica dotato di supporti d’appoggio; in questo caso bisognerà inserire un panno anche al suo interno, ovviamente, in modo da evitare che il sale fuoriesca dai fori.

Una volta preparato nel contenitore in questo modo, il sale dovrà essere tenuto in un frigorifero per almeno dieci ore prima di poterlo usare in maniera efficace. Una volta trascorso questo lasso di tempo, si potrà tirare fuori dal frigo lo scolapasta e piazzarlo vicino a una finestra, o in un qualsiasi altro punto della stanza, avendo cura di collocare un piatto al di sotto, per raccogliere la condensa.

Pian piano che il sale assorbe l’umidità, infatti, questa si reintegra sotto forma di acqua. Quando il sale diventa completamente umido, quindi, bisogna rimuoverlo e sostituirlo con dell’altro sale. Il sale umido può essere ovviamente riutilizzato a sua volta, basta avere l’accortezza di farlo asciugare al sole, oppure metterlo per una mezz’oretta in forno a 50° di temperatura.

 

Quando l’umidità non è molta

Negli ambienti più piccoli, invece, è possibile usare sacchettini di tela, oppure vecchi calzini, riempiti con tre o quattrocento grammi di bicarbonato di calcio, cloruro di calcio, oppure usare la silice, un polimero del diossido di silicio che si presenta sotto forma di perline trasparenti. Il sacchetto andrà collocato in sospensione, meglio se all’interno di un contenitore o in una posizione che lasci ampio spazio tutto intorno, in modo da consentirgli di assorbire l’umidità in maniera efficiente. Per ambienti particolarmente umidi invece, come le cantine, i sottotetti e i garage, è consigliabile usare il cloruro di calcio biidrato, inserito in contenitori da posizionare nelle zone di maggior interesse.

Alcune di queste sostanze sono riutilizzabili, soprattutto il silicio colloidale, ma il cloruro di calcio e il bicarbonato di calcio sono più delicate e raramente possono essere impiegate troppe volte. Quindi il costo di gestione offerto da questa soluzione è leggermente più alto rispetto al sale comune; il carbonato di calcio, per esempio, costa circa 8 euro al chilo e dura meno del salgemma perché i cristalli che lo formano sono molto più piccoli e hanno una maggiore solubilità in acqua.

Una ulteriore soluzione per deumidificare gli ambienti domestici inoltre, che allo stesso tempo ha il pregio di arredare ed essere funzionale per l’illuminazione, è la lampada di sale, realizzata con grandi cristalli di sale rosa dell’Himalaya e in grado di emettere una luce soffusa arancione, calda e delicata, capace di creare un ambiente molto rilassante.

La particolarità di questo oggetto, però, è che per funzionare da deumidificatore deve essere accesa, dal momento che i grossi cristalli di sale assorbono l’umidità in continuazione ma la asciugano lentamente soltanto grazie al calore emesso dalla lampadina. Chi ha la possibilità di poterlo fare, può piazzare la lampada vicino a una finestra durante il giorno, in modo da farle prendere la luce diretta del Sole, ma se ciò non fosse possibile bisogna tenere a mente che, se tenute spente per tempi troppo prolungati, i cristalli di sale della lampada finiranno col trasudare acqua bagnando la superficie dove sono collocati, col rischio di entrare in contatto con i fili elettrici o col portalampada al suo interno.

 

 

Valutare il problema

Va assolutamente ricordato, però, che tutte queste soluzioni alternative di tenore economico, per quanto concerne la deumidificazione sono valide quasi esclusivamente nell’ottica di un utilizzo domestico stagionale o occasionale, e come supporto integrativo all’azione di ventilatori e piccoli dispositivi elettrici che offrono un livello di prestazioni ottimizzato a trattare esclusivamente l’aria.

Per risolvere grossi problemi di umidità invece, soprattutto quella che è finita per accumularsi nel tempo, col passare delle stagioni, penetrando nelle pareti e nei mobili, è ovviamente necessario un intervento più drastico e incisivo, e quindi l’impiego di un’apparecchiatura professionale e, eventualmente, di prodotti specifici che possano assicurare la completa asciugatura delle pareti e la totale rimozione di muffa e salnitro.

 

 

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